Libro presentato da Mirella Serri nell’ambito dei titoli proposti dagli Amici della domenica al Premio Strega 2024.
Annarosa Mattei narra il cammino di una donna che ha segnato l'intero Grand Siècle, il Seicento, con l'audacia di scelte imprevedibili, anomale, enigmatiche. Della mitica Cristina racconta le lotte, l'insofferenza, gli errori, per svelare come abbia recitato la sua difficile parte in commedia di regina senza regno oltre ogni convenzione.
Una donna indipendente e anticonformista, una figura controversa e affascinante. Fin dal momento della sua nascita, Cristina di Svezia è destinata a due cose: a essere grande e a essere diversa. Figlia amatissima dell'impetuoso e colto re Gustavo II Adolfo della dinastia dei Vasa, viene educata come un principe, in aperta controtendenza rispetto ai radicati pregiudizi del tempo. Controversa e irriverente, scandalosa e geniale, Cristina scelse di disobbedire alle leggi di un mondo ancora troppo antico per accettare una personalità multiforme come la sua. Regina bambina a soli sei anni, assetata di libri e di cultura, trasformò Stoccolma nell'Atene del Nord. Trattò alla pari intellettuali e re ed ebbe tra i suoi maestri Cartesio, il filosofo più celebrato e discusso d'Europa. Rifiutò il matrimonio per essere libera ed elaborò il concetto di libertà per poter essere se stessa. Tutta la sua vita, sospesa fra governo, intrighi, passioni e meraviglie, fu la personificazione di un ossimoro. Il mondo però non la capì mai. Così Cristina preferì rinunciare alla corona e trasferirsi a Roma, città universale di linguaggi e culture diverse, dove fu seconda solo al papa. Annarosa Mattei narra il cammino di una donna che ha segnato l'intero Grand Siècle, il Seicento, con l'audacia di scelte imprevedibili, anomale, enigmatiche. Della mitica Cristina racconta le lotte, l'insofferenza, gli errori, per svelare come abbia recitato la sua difficile parte in commedia di regina senza regno oltre ogni convenzione.
Proposto da Mirella Serri al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«[...] Scritta con stile lieve ed elegante l’opera di Mattei è soprattutto un inno alla libertà femminile. Ed è anche l’esaltazione di una grandissima intellettuale. Il libro sfugge a tutti i canoni della classificazione più tradizionale: non è un romanzo storico ma è comunque un romanzo che interpreta la complessa e sfuggente personalità di Cristina, la quale amò gli uomini ma anche le donne, che fu educata nell’ossequio della religione protestante ma si convertì al cattolicesimo, che era molto legata al suo ruolo di regina ma che abdicò nel 1654. E che soprattutto fu una donna di importanti letture stimata dal suo maestro Cartesio e dall’architetto Gian Lorenzo Bernini. Il racconto di Annarosa Mattei non è nemmeno un saggio ma rispetta tutti gli obblighi della non fiction, non vi sono vicende o percorsi inventati ed è tutto rigorosamente documentato. Arrivata a Roma in fuga dalla Svezia Cristina si occupò di opere caritatevoli, di arte, musica e teatro. Addirittura diede impulso all’importante movimento culturale che, dopo la sua morte, portò alla fondazione dell'Accademia dell'Arcadia nel 1690. La forza di Mattei è nella sua voce narrativa la quale dà vita a un libro che è anche un grande affresco della Roma seicentesca.»